curated by Carlo Sala
Come vengono rappresentate visivamente le zone di conflitto? Quali forme di spettatorialità si dischiudono da questo tipo di immagini? Come affrontare e mettere in discussione l’esotizzante e privilegiato punto di vista occidentale?
Il progetto di Camillo Pasquarelli parte da queste domande per interrogare e indagare il ruolo del fotogiornalismo nella costruzione dell’immaginario collettivo. Esplorando strategie di rappresentazione inedite, si restituisce un’esperienza visiva claustrofobica e disturbante, nella quale il confine tra realtà e percezione si confonde nello sguardo dei bambini immortalati.
Conteso tra India e Pakistan dal 1947, il Kashmir è oggi una delle zone più militarizzate al mondo. Dagli anni ‘90, il Kashmir è stato testimone di diverse rivolte politiche contro l’amministrazione indiana. Ogni volta che la popolazione ha combattuto per l’azadi (“libertà” in urdu), la sua lotta è stata messa a tacere con il sangue. Nonostante la nuova, imprevedibile stagione di proteste, repressione e martirii, la situazione non è ancora cambiata. Le sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dalle forze di sicurezza indiane hanno riempito i cuori degli uomini e delle donne del Kashmir di disillusione, risentimento e dolore.
La mostra Monsoons never cross the mountains è un viaggio visivo attraverso la lotta di questo popolo, intrappolato in un’infinita stagione di dolore in attesa della primavera dell’azadi. È un tentativo di rappresentare il paesaggio emotivo della valle del Kashmir attraverso gli occhi dei bambini, coinvolti in queste barbarie fin dall’inizio della loro vita.