a cura di Alessandra Maccari
La mostra Artificial Arcadia mette in dialogo il lavoro degli artisti Boris Contarin e Barbara De Vivi in una serie di collage fotografici digitali attraverso cui creano degli immaginari fantastici, ma allo stesso tempo molto vicini alla nostra quotidianità. Oggi, la conoscenza del mondo non può prescindere dall’uso della tecnologia, che ci ha abituati ad abitare una caotica giostra di rappresentazioni e a ragionare per frammenti i cui significati mutano a ogni riconfigurazione. Le opere esposte in mostra si presentano pertanto come microcosmi in cui il vero e il falso, il bello e il mostruoso convivono. Perché meravigliarsi significa sconfinare, andare oltre ciò che è certo, oltre il banale e il reale, trascendendo limiti e categorie. Poiché la conoscenza è un fatto che riguarda non solo l’esperienza del singolo, ma tutta l’umanità, entrambi gli artisti si lasciano ispirare da fonti collettive: De Vivi dalla mitologia e Contarin dall’Ulisse di Joyce.
Barbara De Vivi lavora per associazioni di immagini, mescola motivi iconografici tradizionali ed estetica contemporanea, creando visioni dinamiche che esplodono in un tripudio di vitalità dal gusto barocco dove gli estremi possono convivere. Tra le opere in mostra, ne La dodicesima notte l’artista propone una composizione corale a metà tra una festa in una discoteca e una battaglia ispirata alla tradizione dei Saturnali romani, dove i ruoli sociali venivano invertiti; Artificial Arcadia raffigura invece un paesaggio idealizzato abitato da icone antiche e moderne di eterna giovinezza; la serie Costellazioni è il ritratto dell’universo digitale dell’artista, una riflessione su come l’accesso alle immagini non sia completamente libero, ma filtrato dalla tecnologia stessa, che indaga i nostri interessi e le nostre connessioni sociali.
L’opera di Boris Contarin è una continua ricerca di epifanie. Nella serie Ulysses, l’autore traduce in immagini il testo, e per farlo si affida al motore di ricerca più utilizzato al mondo, Google. Tra le immagini più popolari proposte, seleziona quelle più adatte a illustrare alcune scene dell’Ulisse di James Joyce, un’opera universale, celebre per la sua complessità e stratificazione di significati. Secondo l’autore, una caratteristica che rende questo testo estremamente contemporaneo è la descrizione iper-dettagliata degli avvenimenti, anche di quelli del tutto ordinari, e dei moti psicologici che investono i personaggi – una caratteristica che hanno anche i contenuti che mettiamo in circolazione online. È proprio da queste produzioni collettive che l’artista riparte per costruire una forma visiva del romanzo di Joyce.