a cura di Nicola Galvan e Marika Favaretto
La mostra presenta un’importante selezione di lavori fotografici provenienti dall’archivio personale del celebre art director Nando Miglio, scomparso a Padova nel 2015. Con la sua agenzia creata a Milano negli anni Settanta, Miglio ha rappresentato, in particolare nel decennio successivo, un vero punto di riferimento per i principali marchi della moda italiana e straniera. Da Valentino ad Armani, da Dior a Chanel, moltissime sono state le griffe che hanno affidato a Miglio la regia delle loro sfilate; una tipologia di eventi che egli ha spesso ridefinito nella modalità e nella concezione – leggendario, tra i molti, l’allestimento ideato per Pitti Uomo, dove alla tradizionale passerella preferì la collocazione nello spazio di 300 manichini.
Fotografo e appassionato di fotografia, già art director e fashion director per l’edizione italiana di Harper’s Bazaar, Miglio ha diretto numerose campagne fotografiche per rinomate maison della moda, affidando la realizzazione delle immagini ad alcuni dei migliori autori internazionali. La mostra testimonia proprio questo versante della sua attività, grazie all’esposizione di 29 lavori fotografici ad opera di Richard Avedon, Cheryl Koralik, Irving Penn, Oliviero Toscani e Albert Watson. A scatti formalmente impeccabili, in alcuni casi famosi, se ne alternano altri realizzati allo scopo di studiare un’inquadratura, una posa, una particolare condizione luminosa.
Stampate su supporti differenti, dalla carta alla pellicola, recanti a volte annotazioni di correzione o approvazione, le foto selezionate restituiscono le “pulsazioni” della frenetica attività dell’Agenzia tra il il 1979 e il 1990, nonché le modalità del processo di lavorazione delle diverse campagne fotografiche; rievocano, inoltre, l’entusiasmo che ha connotato un periodo storico nel quale l’intero settore della moda ha fatto il suo ingresso nell’immaginario collettivo, trovando in Milano uno dei suoi palcoscenici privilegiati.
In collaborazione con la Libreria Minerva di Padova e Carlo Dal Bianco di Vicenza.