La mostra vincitrice della prima Open Call internazionale promossa dal Festival è Five Minutes After Birth dell’artista inglese William Lakin, un progetto che risponde al condizionamento dell’esperienza maschile nelle moderne società occidentali. Facendo riferimento a comportamenti anti-sociali, sessualità e ruoli tradizionali di genere, questo lavoro offre una risposta, sia critica che riflessiva, alla ricerca di potere e controllo degli uomini, e alla loro inclinazione a esercitare comportamenti competitivi e spesso dannosi.
L’opera ruota attorno a idee di tensione, ansietà, equilibrio e sofferenza; un inferno psicologico in cui le egemonie sociali possono rappresentare per alcuni una reale riproduzione di inferno.
Anche per coloro che aderiscono alle dominanti identità normative, è necessario un grande sforzo di autocontrollo per proteggersi dal rischio di essere considerati ridicoli. Il processo di diventare un uomo e aderire all’egemonia sociale può essere descritto come una pratica di prove ed errori; un ciclo perpetuo di tentativi aspirazionali e di inevitabili fallimenti. Presentando la mascolinità come una performance e un’identità riprodotta culturalmente, quest’opera sottolinea la fragilità di questo ciclo e la difficoltà che gli uomini hanno nel descrivere e spiegare questa identità condivisa.
Tra le immagini l’autore ha incluso interviste con uomini millennial, chiedendo loro di spiegare cosa significa essere un uomo. È stato chiesto loro di non usare scorciatoie linguistiche, evitando termini come ‘maschile’, ‘femminile’, ‘uomo’, ‘donna’, eccetera, in modo da provocare una risposta maggiormente descrittiva ma anche per sottolineare la nostra dipendenza da questi termini. La censura è intervenuta sui testi quando gli intervistati hanno accidentalmente usato una di quelle parole.
Lungi dall’essere una celebrazione della pluralità delle espressioni di mascolinità, questi lavori sono una riflessione su archetipi maschili antiquati ma tuttora prevalenti, e sugli attacchi e le critiche sempre più frequenti che ricevono. Mentre per alcuni questa condizione sociale rappresenta un inferno personale, per altri rappresenta stabilità e conforto; un mondo di essere semplice, affidabile e immutabile. Usare la mascolinità come un’identità da decostruire, questa opera pone domande più ampie sulle gerarchie sociali, sulle narrative condivise e sui discorsi sempre più polarizzati su queste tematiche.
William Lakin è un fotografo londinese attualmente al lavoro su progetti autonomi di ricerca. Insegna al corso di Fotografia della Middlesex University. Nel 2017 ha completato il Master e a settembre 2021 inizierà un dottorato di ricerca al London College of Communication sul tema di polarizzazione politica e disinformazione online. In aggiunta alla pratica artistica e all’insegnamento, Lakin gestisce una piattaforma online di fotografia contemporanea chiamata 46 Space (XLVI), che pubblica mostre virtuali, interviste e open call.