a cura di Carlo Sala e Mauro Zanchi0
Photo Open Up 2022 dedica una mostra personale a uno dei maestri indiscussi della fotografia contemporanea: Nino Migliori. Nato a Bologna nel 1926, l’autore ha iniziato a lavorare a soli 22 anni spaziando dalle immagini realiste alla sperimentazione sui materiali, in linea con le ricerche informali europee.
Composta da più di cinquanta lavori, di cui molti inediti e rappresentativi delle varie tecniche che l’autore ha sviluppato nel tempo – dalle Ossidazioni ai Pirogrammi, dai Cellogrammi ai Lucigrammi –, “Sperimentazioni” mette al centro proprio l’inesauribile vena sperimentale dell’artista emiliano.
Nelle sue ricerche, infatti, Nino Migliori ha analizzato, decostruito, messo in crisi ed espanso il procedimento stesso del fare fotografia, dando grande valore all’uso dei materiali, alla gestualità dell’artista, al ruolo del caso e del tempo.
La mostra rende chiaro come gli elementi naturali siano centrali nella sua produzione: negli Idrogrammi è l’acqua (e i liquidi in generale) che, posata su dei vetrini, crea delle forme inedite, poi stampate. I Lucigrammi rimandano all’essenza stessa della fotografia, intesa come scrittura di luce: le opere sono infatti realizzate da Migliori “disegnando” sulla carta fotosensibile con una pila puntiforme. Nei Pirogrammi, il calore altera la pellicola fotografica facendo emergere delle forme visive inedite. Si arriva fino ai Photobiographemi, che coinvolgono nel processo creativo persino gli insetti: l’artista, infatti, ha attaccato delle luci a degli scarafaggi che, muovendosi sopra una carta fotosensibile, hanno creato una serie di composizioni astratte.
Le ricerche di Nino Migliori hanno attraversato più di settant’anni di storia dell’arte europea, rendendolo uno dei capostipiti della ricerca fotografica sperimentale, anche grazie alla sua capacità di anticipare varie innovazioni formali e molte delle tematiche che oggi hanno assunto grande rilievo, come il ruolo e il potenziale delle immagini nella cultura e nella società contemporanee.
La mostra è promossa in collaborazione con la Fondazione Nino Migliori di Bologna.