Francesca Catastini

Petrus

Petrus riflette sulla concezione occidentale di mascolinità e il desiderio tutto umano di definire sé e il mondo attraverso forme compiute. La forma non è mai stabile però, in quanto è il risultato di un confronto costante tra forze. Le immagini di questo lavoro cercano di entrare in relazione con alcuni archetipi prendendo in considerazione il modo in cui questi siano in grado di scolpirci e modellare il nostro punto di vista.
In una ricerca quasi ossessiva di forme troviamo l’uomo, che, nel tentativo di cogliere il mondo, finisce per voler dominare la natura, inclusa la propria.


Caro Petrus,
ti ho dato il nome di un liquore dalla bottiglia scura e il tappo rosso. Un liquore pubblicizzato negli anni 80 come la bevanda perfetta per l’uomo moderno. L’uomo che vive secondo natura. Ma cos’è la natura?
Quando ho incontrato Albrecht faceva caldo. Ero stata alle cave. Albrecht aveva deciso di trascorrere le vacanze nella sua vecchia casa. Quel genere di vacanze che non sono vere vacanze. Prima di ripartire mi ha lasciato le chiavi dell’appartamento e mi ha chiesto di fotografarlo; gli piaceva l’idea di avere qualche ricordo da guardare quando era lontano.
La casa era vuota e no. A metà tra l’abitudine e il lasciare in sospeso. Come essersene andati senza salutare, per tornare e andare via di nuovo.
Là ho trovato le sue cose. Non le avevo mai viste, ma mi sembrava di conoscerle: oggetti di Albrecht bambino, Albrecht adolescente, lo studente, l’amante di tabacco, l’ingegnere, il marito. Albrecht in giacca. La costruzione di una forma.
In realtà di quegli oggetti sapevo e so ben poco. Erano le loro capacità simboliche che riconoscevo. Spesso quando pensiamo di conoscere riconosciamo solamente. Forse è per questo che diamo i nomi alle cose e a noi stessi.
È lì, Petrus, che hai ricevuto un nome.
Il volto è la porzione più pubblica del nostro corpo. Quindi ho pensato che non te ne servisse uno.
Non ho risposte. Ho solo cercato di riflettere sull’evoluzione di una forma attraverso immagini apparentemente immobili. Ma prima di chiudere questa lettera vorrei condividere un pensiero con te.
Per quanto mi riguarda non ci sono immagini, ma forze.
Tua,
Francesca

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Venerdì, sabato e domenica
dalle 10.00 alle 19.00
Dove
Scuderie di Palazzo Moroni
via VIII Febbraio, 8
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