Joy Island (Lei Yang) è una fotografa che opera tra Pechino e Shanghai. Le emozioni sono il tema portande delle sue creazioni. Joy documenta le apparenze e lo stato d’animo della gioventù odierna, esplorando i loro desideri e le loro relazioni intime, così come la possibilità di utilizzare la fotografia in un processo di mutua guarigione. Ha studiato fotografia alla University of the Arts London e al Fashion Institute of Technology. Nel 2007 e nel 2009 Joy Island è stata presentata nelle mostre personali al Pingyao International Photography Festival. Nel 2014 il suo lavoro Trypophobia è stato selezionato come finalista al 34° Concorso Annuale di Fotografia del Photographer’s Forum Magazine. Nel 2018 ha pubblicato il suo libro fotografico Give Me One Minute.
Give Me One Minute
Give Me One Minute (Dammi Un Minuto) è il progetto della fotografa Joy Island iniziato nel 2009 sviluppatosi nell’arco di un decennio. Ha fotografato gli individui (famiglia, amici, supermodelle, artisti, celebrità, sconosciuti, sé stessa e i suoi gatti) che ha incontrato nella sua vita. Ha scattato momenti fugaci, usando cenere per catturare momenti romantici, privati, divertenti o tristi. Per Joy Island la solitudine è la motivazione più forte per la fotografia: per ogni foto lei e i suoi soggetti scambiano le loro solitudini, e quindi un minuto delle loro vite. I soggetti fotografati sono principalmente giovani brillanti e sexy che guardano dritti nell’obiettivo, pienamente immersi nel presente. Utilizzando uno stile fore, sovraesposto, Give Me One Minute accede più direttamente a un reciproco senso di possesso e al processo di guarigione che scorre tra lei e i suoi soggetti.
Lo scopo principale di Give Me One Minute è dimenticare. Per Joy Island questo significa dimenticare l’eccessivo significato della fotografia per concentrarsi su una connessione più genuina con il soggetto. Per chi viene fotografato questo significa dimenticare le proprie preoccupazioni per dedicarsi alla ricerca interiore per quel minuto, una ricerca che può fare emergere qualcosa di più bello, fragile e gentile.