Lo spazio necessario
Le immagini che propongo sono parte di un ampio lavoro pratico-teorico intitolato “Lo spazio necessario” che interroga la superficie acquatica del Mediterraneo, la sua percezione e rappresentazione come territorio geografico e come spazio simbolico; il mio interesse si focalizza sulla sua complessità come espressione di tematiche contemporanee – quali l’idea di frontiera e inaccessibilità – e come emblema del transito, della contaminazione e della trasformazione. Esploro così uno spazio fisico e mentale che “non può non essere”, cioè che considero “necessario” per la comprensione e la creazione delle immagini contemporanee come risultato di un processo performativo. È soprattutto la superficie marina e “l’immagine del mare” che considero come habitus, cioè comedisposizione mentale, superficie da abitare, membrana fra le dimensioni intima ed estima del corpo e luogo di connessione con il reale. Riferimento importante del mio lavoro visivo, questa immagine funziona da dispositivo: scaricata dal web, essa è insieme la maquette che utilizzo nella mia pratica e il modello concettuale sul quale costruisco il mio discorso. Il territorio del Mediterraneo e l’immagine del mare coincidono con gli spazi del mio fare e disfare performativo. La mia operazione artistica influenza l’immagine e ne trasforma figura e percezione: la piega, il taglio e la sagoma danno un valore tridimensionale alla superficie e creano stratificazioni di materia, percezione e senso. L’immagine del mare mostra il suo diritto e il suo rovescio, collegando metaforicamente uno spazio e un contro-spazio e generando una molteplicità di piani visivi. La creazione di un’immagine è dunque il risultato di un gesto visivo e di un processo che definisco “evento”. Il mio lavoro intende sollevare una riflessione sulla fotografia come esperienza artistica e percettiva in cui si situa la ricerca, la sua metodologia e la sua possibilità di sviluppo teorico.
Biografia
Novella Oliana (Trani, 1978) è un’artista, una docente e una ricercatrice, si occupa di teoria e pratica della ricerca artistica e lavora in modo interdisciplinare con la fotografia, il video e la scrittura. Esperta in dinamiche dei processi culturali con un focus sul Mediterraneo e il Medio Oriente, è attualmente dottoranda presso il dipartimento di Arti Visive dell’Università Aix-Marseille. Nella sua ricerca pratico-teorica considera l’immagine come “evento”, risultato di un processo performativo per accedere ad un’esperienza di conoscenza corporea totalizzante. Il suo lavoro “Stanze, spazi, Universi” è stato esposto all’Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia nel 2018 ed è oggetto della pubblicazione “Chambres, universes: fragments d’un espace inventé”, in Espaces d’interférence narrative. Art et récit au XXI siècle, (ed. Jean Arnaud), PU MIDI, Toulouse, 2018. Dal 2018 è parte del progetto “The blood of women” curato da Manuela de Leonardis e pubblicato da Postmedia Books. Nel 2019, parte della sua ricerca dal titolo “8 infiniti circa” è esposta al festival site specific Gibellina Photoroad. A febbraio 2020 ha esposto con Mario Cresci in una doppia personale dal titolo “Fra noi e le cose” presso la Red Lab Gallery di Milano a cura di Gigliola Foschi. Vive e lavora fra Roma e Marsiglia.