Ritratti di giovani uomini e giovani donne
In Ritratti di giovani uomini e giovani donne Simone Schiesari si interroga, e ci interroga, sulla “realtà” del volto umano, sull’apparenza, sulla relatività dell’idea di “rappresentazione”.
L’autore ha prelevato da libri di storia dell’arte e da archivi on line di importanti musei una serie di volti giovanili, appartenenti a dipinti databili dal Rinascimento all’Ottocento, ma comunque prima dell’invenzione della fotografia. Isolati dal loro contesto iconografico, li ha sottoposti a un sottile intervento digitale per eliminare le tracce di fisicità della materia pittorica, le crepature del supporto e il retino di stampa tipografica, rendendole, quindi, simili a fotografie, o meglio diremo, a immagini tecnologiche, e compiendo una sorta di campionatura di tipo antropologico, come di soggetti da studiare e archiviare, uno dopo l’altro, forse all’infinito, nel loro essere simili tra loro.
L’operazione di ri-generazione compiuta esprime la difficoltà di risalire all’origine delle immagini che ci circondano nel mondo contemporaneo, di riuscire a leggere tutti i volti sorti dalla storia e dalla società di massa, sempre sottoposti a un interminabile processo di riproduzione e moltiplicazione, ci parla della irraggiungibilità della fisionomia umana e dell’incertezza della rappresentazione passata, presente, futura.
Siamo dunque di fronte a identità di dubbia provenienza, private di ogni appartenenza spazio-temporale, estratte da una storia non definibile, delle quali non sappiamo nulla: bei volti di giovani dalle espressioni placide e malinconiche, non sappiamo chi sono, quando sono vissuti, se sono vissuti; forse solo prototipi, fisionomie plasmabili secondo ogni possibile ambizione e desiderio di una futura società, omologata in una eterna giovinezza tecnologica, progettata.